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La nostra vita come un treno di parole..

2/03/2016…E’ esattamente da questa data che si inizia.  Adoro gli inizi,chi non ama quel piccolo tremore, quell’agitazione della prima volta, del “oddio…ma poi come va?”, il non sapere…l’inizio è sempre qualcosa di indelebile. Qualsiasi inizio , qualsiasi partenza pensateci….il primo giorno di…Credo che sia uno di quei giorni incorniciati per casa o nell’album delle foto. L’Inaspettato “qualcosa” verso l’ignoto. Il primo giorno di scuola, di università, di lavoro, il primo giorno che vedi la casa che potrebbe essere la “tua” casa, la prima volta che ti  stampi degli occhi addosso e che forse sono proprio quegli occhi che cercavi… Tutto comincia così, con quel tanto di entusiasmo, a volte inspiegabile e  a a volte illogico per cui attivi quella spinta che ti mette in moto: così eccomi qua 26 anni, laureata in scienze pedagogiche, passione innata per i bambini, piccoli lavoretti alle spalle, simpatia e stronzaggine quanto basta e voglia di raccontare tanto da iniziare un blog.. cosa significhi blog?…Ormai al giorno d’oggi siamo così bombardati di tanto che io onestamente in questi campi così moderni non sono così pratica, anzi…Oggi giorno si può fare di tutto, dall’oggi al domani puoi diventare famoso semplicemente creando dei canali , avendo milione di visualizzazioni su youtube o che so io…, facendo tutorial….di come cucinare, pettinarsi, truccarsi, vestirsi, farsi unghie improponibili, aggiustare cose rotte, fare qualsiasi cosa per la tua casa, per la macchina, per il cane, per tuo marito, per il tuo amante o per entrambi senza farti scoprire. Insomma diciamolo, manca come pulirsi il culo  in modo facile e veloce dopo aver cagato e credo ci sia qualsiasi tipo di tutorial.  Io onestamente non ho grandi doti nella vita, anche se sono un’eterna sognatrice e credo che ognuno di noi, seppur nascoste, abbia le proprie…specialità.  So cantare si,  sotto la doccia e mentre sono in bagno aspettando di avere “l’ispirazione”, ma non ho mai avuto il coraggio di azzardare(oltre la porta del bagno) e porca puttana, devo dire che oggi, secondo me, chi osa  vince. Amo scrivere ma sono molto incostante, sono  una donna insomma…con le mie lune storte e i miei umori da ciclo-pre-ciclo e post-ciclo….quindi  trovare il momento in cui sentirsi calma , ispirata, serena e senza i coglioni girati è  quasi un miracolo.

 

Bene….questo sarà il mio BLOG, chissà se qualcuno lo leggerà o se rimarrà semplicemente uno dei tanti diari segreti iniziati e mai finiti…Il mio blog non credo avrà un tema specifico, questo perchè la mia totale lunaticità, per l’appunto, non mi permette di avere un tema fisso… I miei pensieri vanno di pari in frasca, in base a come scendo dal letto, mi piace essere un pò di tutto, un pò quello che davvero sono nella vita un mix di tante cose che spesso fanno a cazzotti ma devo dire che, dentro la mia strana complessità, si vive abbastanza bene.. E mi piace pensare di poter scrivere tutto quello che può passarmi nella testa, tutti  i miei pensieri ammassati li…accalcati come gente in un treno, avete presente no? Quei vagoni con gente incastrata, che a malapena respira, con il sudore alla fronte, sbuffando, mani sudate….Ecco quei pensieri li…caldi, attorcigliati, intrappolati  ma con quella tremenda voglia di uscire. Non è un caso che il mio blog abbia come titolo qualcosa che si rifaccia ad  un treno…che mi ricorda la vita stessa , la nostra  meta. Un treno va diretto,  si ci sono fermate, necessarie, credo, a volte, per riprendere quella boccata d’aria, fondamentale. Ma si prosegue sempre, dritto, per direzione X.   Ognuna in questo viaggio ha la sua.    Chi punta di arrivare chissà dove, magari più lontano possibile, forse per fuggire un pò,  chi semplicemente si fermerà alla prima fermata. Chi ha deciso nel treno di cambiare meta perchè probabilmente ha voglia di rischiare e di mettersi in gioco. Poi ci sono molti che devono avere pazienza perchè la loro destinazione sembra non arriverà mai, quanti dubbi, paure, ripensamenti, incertezze. Ci sono quelli che in quel vagone così pieno, tra sedersi, parlare,spostarsi, chiacchierare, raccontarsi,  hanno incontrato qualcuno di importante e  hanno deciso insieme di scendere a quella fermata mano nella mano. Il treno rappresenta  la nostra vita, il nostro iter…fatto di molte “smottamenti”….ma sono sicura che la cosa più importante  è che, in quel vagone, così sommerso di parole nonché pensieri ed idee, alla fine, seppur così pieno e così affollato,…quella gente fa si che che in  questo unico viaggio non fossimo soli. MAI.

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VIDEO NATALE

NATALE

Questo è il mio pensiero che va oggi a tutte le persone che stanno festeggiando il Natale in modo diverso, magari non più nelle proprie casa. E’ un omaggio che abbiamo voluto fare io con i miei amici per tutti i nostri fratelli e per le nostre terre colpite fortemente per questo terremoto.

Cliccate e BUON NATALE A TUTTI!!!!

PIU’ FORTE DI UNA CATENA

 

 

E’ l’ora buia della notte quella dove non si dorme, quella dell’insonnia, quella dei cuscini dietro la schiena e il computer sopra le ginocchia. E’ quasi come la preghiera prima di coricarsi, quasi come il bicchiere d’acqua prima di mettersi sotto le coperte, quasi come lo struccarsi prima di dormire… sei esattamente questo. Perchè la notte non fa altro che tormentarci con le sue paturnie? Perchè questi pensieri asfissianti ci rincorrono togliendoci il respiro? Perchè sei ancora li a far capolino nel mio cielo, nella mia vita? Perchè non mi lasci libera di avere la testa vuota, non di tutto, ma almeno di te, di noi, perchè ancora CI devo ricordare? E perchè quando ricordi non smetti di piangere?

Tu dove sei? La tua voce cerco di sentirla mentre ho qui con me quelle interminabili telefonate, le mie mani sui tuoi capelli che non smettavano di accarezzarti, i miei occhi che non smettevano di cercarti. Che cosa fai adesso? Con chi parlarai di me, di noi, di quei due pazzi che erano pronti a tutto? Vorrei sapere a chi adesso stai raccontando quelle storie sulla vita, a chi stai facendo capire le tue metafore ,così singolari, chissà se le tue “lei” saranno polemiche come lo ero io. Vorrei capire se  ora, guardando qualcuna, hai mai pensato che potesse essere la donna della tua vita, se hai immaginato lei come tua moglie o come la madre dei tuoi figli, come ci raccontavamo noi, ricordi?

Che scemi…quante verità o quante fantasie in quelle parole? Quante false illusioni?

Sarei curiosa di sapere se continui a ridere così scioccamente come facevi con me, se spezzi quei discorsi così seri con qualche minchiata più propriamente nel mio stile. Vorrei sapere come stai, se sei sereno, se magari in qualche serata, come nelle mie, solo chiudendo gli occhi, vedi noi, ancora li abbracciati in quel letto senza parlare ma stretti in una cosa unica, se ci vedi li, stranieri, persi e innamorati in quelle vie sconosciute, assetati di cose nuove, di nuovi posti per sballarci, di nuove vite da ascoltare di nuovi amici da frequentare….  se vedi ancora le nostre mani incastrarsi e le nostre bocche non smettere di desiderasi. Se rivedi ancora tutte le nostre litigate e tutti i nostri vaffanculo strillati, se siamo ancora li su quel ponte a vedere le stelle e a bisbigliarci ti amo, se vedi camminarci sorreggendoci l’uno con l’altro confessandoci la nostra patetica gelosia, o se siamo li al mare a tuffarci in quell’acqua cristallina e ammirando quei posti con il sapore e il gusto di casa tua per poi stenderci sfiniti insieme, o forse preferisci ammirarci sopra la tua moto come una coppia felice nella loro prima vacanza, o vuoi ricordarci ,senza pudore nel mezzo di una strada, buttati a terra ubriachi d’amore.

Mi vedo li in quel tavolo di cene, pranzi, discussioni, baci, abbracci, decisioni, chupitos, copas, pop-corn. biscotti, nutella, miele e tosse, baci e carezze, spintoni e odio. Mi vedo ancori la in mezzo a tutto questo, mi vedo ancora li mentre la vita va avanti, mentre mi faccio spazio a capire che quel sorriso sul mio viso e da un pò che non lo vedo, perlomeno con un altro uomo o che quella sensazione di essere come a casa o  così beata come stessi abitando in una nuvola, forse si, forse per un attimo ti capita di avvicinarti e sfiorare qualcosa di  simile, ma poi no, non è lo stesso.

Torni a casa e ti rendi conto che è impossibile. Che quella magia di noi io non l’ho provata più e allora riprendo quella foto ricordando che un giorno ti  dissi una frase, presa da un film….

NON SO COSA SIA LA FELICITA’ …MA SE ESISTE ASSOMIGLIA A QUESTO.

Il MOSTRO

 

 

 

E’ stato vivere con il terrore, passando giorni dove la tranquillità di stare a casa  cessa in un attimo, dove il battito cardiaco  inizia a prendere la rincorsa solo per un minimo spostamento d’aria. Casa diventa la prigione, il posto meno sicuro, il posto dove quel ricordo diventa incancellabile, dove quelle crepe sui muri sembrano squarciarti il cuore, dove c’ è quel soprammobile in meno, ora, che manca alla tua vista e alla tua quotidianità.

La casa è segnata da tutte le parti da quei solchi, da quelle crepe che non se ne vanno, che sono li a fissarti, a ricordarti di quanto la vita sia precaria, di quanto in un attimo la nostra casa possa sbriciolarsi come un biscotto nel latte, sotto i  nostri piedi, dove in un attimo capisci che di materiale non rimane nulla, alla fine.

 Che la vita è una fregata.

Quanti sacrifici per quella casa, quanti soldi, quanti ricordi, quante foto e quegli oggetti che sono i souvenir della nostra vita, di tutta una vita…Niente è per sempre, ma ci scordiamo di ricordarcelo.

Sono ancora qua con la mia casa e sembra un miracolo rispetto ai miei concittadini che ora si trovano a vivere in quella che non sarà mai la loro casa, ma comunque la loro salvezza. Siamo attaccati in un modo viscerale alle nostre cose ,come potremmo iniziare a vivere senza? Come si fa ad alzarsi la mattina, ma non nel tuo letto, non avere la tua cucina, il tuo divano, la tua tv, la tua camera, il tuo spazio, il tuo bagno. Come si fa? Non lo so. Forse semplicemente si ringrazia di essere vivi e si respira quell’aria LI’, un’aria che sa comunque di vita, di rinascita, forse si chiama Spirito di adattamento, di Sopravvivenza umana, dove ci si appiglia fino all’ultimo con tutte le forze che si ha, fino all’ultimo affannato respiro, per se stessi, per mio figlio, per mia moglie. Perchè il mio futuro c’è e in qualche modo devo trovargli una forma. Io devo ritrovarmi in questo cammino che non vedo più perchè ho perso la torcia.

La gente ha perso tutto: le proprie case, i propri negozi. Si è smarriti in un sentiero, si ha perso il senso della vita, si ha perso la voglia di svegliarsi per quel futuro che era li, nella mia città, nella mia azienda, nella mia casa. E’ la disperazione, è la fine. Non posso capire se non provare solamente e grossolanamente ad  immaginando ma non vivendolo  è un’altra cosa.

Mi sento fortunata e mi chiedo perchè? Perchè loro? Perchè gente innocente?, perchè la vita è un come un dado impazzito e può capitare di tutto? Perchè siamo così piccoli di fronte a questa NATURA ASSASSINA?

Si chiudono gli occhi e si sente ancora tremare il divano, la sedia, il pavimento , il  mio cuore trema e piange perchè non trova conforto, perchè si deve riniziare ma non so come, quando, chi? Chi ci aiuterà, quanto TEMPO ci vorrà? Il futuro sembra incerto, intimorito, sbiadito, insipido di quella minestra che non sa davvero di nulla perchè ha perso sapore.

Tommaso ha 6 anni, disegna e i suoi disegni sono solo scarabocchi, anche lui si chiede il perchè con quella rabbia che solo in quegli scarabocchi riesce ad esprimere. Sa che sarà in questi container e durerà ancora molto. Ha potuto prendere davvero poco di ciò che era nella sua casa, neanche la macchina di Cars, la sua preferita.

La sua scuola non c’è più, il bar sotto casa neanche. Chissà semmai tornerà e quando.

Sa che ha conosciuto tanti bambini li: Francesco, Sara, Alessio, Martina…e passa il tempo con poco, con quello che si ha, con quei nuovi giocattoli, con facce nuove, con gente che fino a ieri non sapeva chi fosse eppure oggi, a distanza di qualche mese, sembrano essere un pò la ragione di un accenno di un sorriso.

I GRANDI insieme fanno gruppo e a vicenda  si ripete che non sono soli, che fianco a fianco quel dolore sembra un masso più facile da portare, che questa quotidianità poco a poco sembra essere la nostra, perchè si ha bisogno di normalità.

Si prova a vivere, perchè è così che funziona e tra quelle risate dei bambini e qualche giornata organizzata a volte quel mostro, seppur per poco, sembra non essere nei loro pensieri, nelle loro ossa. Vedo Tommaso che a poco a poco in quei fogli ora disegna le nostre case container e si disegna in questo “pezzo di vita” con i suoi compagni. Si disegna con il sorriso.

 E’ la forza dei bambini, che aiuta anche noi.

Una donna è così.

Continuo ancora a credere a quanta forza abbia nascosta una donna dietro a tutti quei sorrisi. A quante volte, per non far scendere quella lacrime si rfugi in qualcosa che la faccia sorridere magari al suo futuro sperando ancora, come una bambina nel giorno del suo compleanno, che possa esprimere un desiderio e che tutto possa cambiare.

Forse si crede che la donna emancipata di oggi in realtà sia l’uomo della situazione. Si a volte può anche essere: è lei che indossa i pantaloni, a decidere, a rischiare, a battersi per qualcosa.. ma dietro quella sfrontatezza ricordiamo che siamo donne e come tali le emozioni ci fregano sempre, le delusioni ci abbattano, le promesse andate in frantumi ci buttano a terra.

Probabilmente proprio questo il nostro sbaglio, continuiamo ad illuderci, a dare speranze, a credere ancora che l’ultima volta non sia mai l’ultima, a perdonare, siamo così brave a farci infinocchiare e così stupide ancora a crederci.

E’ che quando siamo fragili, noi donne, è più facile inciampare, è più facile vedere sfocato, più facile sono le distrazioni, più facile credere alle promesse e vedere una mano nemica come amica. Poi ancora ancora ci chiedono perché si diventa acide, irascibili , così lunatiche, così poco chiare, così solitarie…perché diventa impossibile  fidarsi.

Quante volte ancora dovremmo credere a lusinghe per mesi per poi vedere uomini darsela gambe? Quante volte ancora dovremmo credere ai loro regali, alle cene, ai messaggi così teneri, al ” sei unica”, o “una come te non esiste”, per poi non essere capace di lottare davvero per quella persona che dicevi fosse così importante.

Siamo donne e purtroppo portiamo con noi quella parte emozionale, che non c’è nulla da fare, non ci abbandonerà mai, quella parte sentimentale che ci contraddistingue dagli uomini ma per la quale  dobbiamo pagarne un prezzo. Siamo più sensibili e di conseguenza rimaniamo deluse più facilmente, ma non smettiamo di credere che se una donna riesce a mettere al mondo un figlio o è arrivare negli anni a battersi per avere un diritto al suo voto, a raggiungere livelli inimmaginabili  nella società con il tempo, con gli anni, con sacrifici, con le battaglie  è perché le sconfitte non hanno mai vinto e perché la strada, seppur in salita, non ci ha mai spaventato. Vorrei pensare ancora a tutte quelle donne che purtroppo oggi non hanno vinto perché continuano ad essere sottomesse, sfruttate e perché considerate inferiori, un nullità. Vorrei pensare a tutte quelle donne complici dei mariti chissà per quale ragione.

 Donne usate, donne alle quali, ad oggi, nel 2016, hanno tolto qualsiasi tipo di diritto ma non come donne, semplicemente come ESSERI UMANI.

Si ritorna…

 

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Sapevo mi sarei bloccata tanto quanto un giorno mi sarei trovata qui in uno strano pomeriggio a buttare giù un turbinio di cose che frullano in testa. La verità è che è già passato mezzo secolo e forse anche qualcosina in più da quando non scrivo e  nel frattempo la vita va velocissima e a volte noi restiamo indietro. Ormai i cambiamenti li vedi spulciando le varie notizie di facebook dove ormai quella sfogliatina la si deve dare ogni giorno davanti alla tazzina del caffè, un pò come il notiziario delle 8 o il giornale da leggere con una sigaretta sulle mani, altrimenti è come se mancasse qualcosa…Una spulciatina qua una di la…e alla fine insomma le news di TUTTI e TUTTO arriva in tempo reale. Puoi essere anche in Spagna ma stà pur tranquillo che nessuno si perde qualcosa di quello che fai o meglio si inventano anche qualcosina in più.

Bene, detto ciò la vita come ben dicevo va avanti va talmente così veloce che non si ha tempo neppur di realizzare nulla…non si ha tempo di realizzare che da quel lontano tempo in cui scrivevo è già finita la mia seconda  magica avventura all’estero. Senza accorgermi è già volato un anno fatto di tantissime sfumature che mi hanno permesso di conoscere qualche colore in più nella mia vita. E’ stato un anno tosto dove mi ha permesso di essere fuori e lavorare, di capire che cosa significa iniziare ad entrare nel mondo lavorativo degli adulti, dove ogni mattina ci si alza maledicendo la sveglia, dove a malapena si riesce a prendere un caffè e dove ( perlomeno io) arrivare in orario era una impresa e nel tragitto continui a ripeterti al tuo IO (più stronzo)”Stasera a letto presto”.

In realtà con il tempo impari che ogni cosa che vivi fuori è qualcosa di magico e unico e malinconicamente pensi di avere tutto il diritto di viverlo fino all’ultimo respiro, al massimo, anche se l’indomani sarai una meva ciondolante, ma è come se ,in un attimo, andare a letto presto fosse qualcosa di inutile, un tempo sprecato…un riposo che combacia poco con quello spirito di chi tanto vuole fare. E’ stato un anno fatto di bambini, fatto di giochi, di colori, di inventare e progettare, di sorrisi, di punizione, di capire seriamente se stare tutti giorni con quei piccoli gnomi fosse davvero la mia Vita, eh si con molto orgoglio e soddisfazione devo dire di si, che lo è stato e lo sarà.  E’ bello sapere di alzarsi e fare ciò che più ami, è bello sapere che dietro quella terribile confusione  di ogni giorno di grida urla… in realtà torni a casa soddisfatta, è bello sapere che quello è il tuo posto e non ce ne sarebbe un altro uguale che ti farebbe sentire così, è quel sentirsi addosso quell’abbraccio di Pablito così piccolo da mangiartelo,  sentirti prendere la tua mano perchè si stanno lasciando andare, chiamarti perchè si fidano e sei  tu  loro punto adesso.

Torni a casa con tute quelle facce, i loro sorrisi dipinti, le loro smorfie, i loro odori, le loro battute, quei giochi e tutte  quelle canzoncine imparate, che forse userai. Rivedi alcune foto e in un solo anno non sembrano neanche più gli stessi, li vedi cresciuti, li vedi grandi….un pò come te. Quelle foto e non smetti di ricordare  ogni piccolo e indimenticabile istante, tutte quelle persone che si sono affiancate al mio lato, a quegli amici che ci sono stati e alle nostre memorabili serate, agli amici delle notti brave e a quelli che una panchina e un gelato bastano per  parlare, alla mia casa che racchiude un anno di ricordi di ogni genere, di cene di tutti tipi, di incontri assurdi, di aneddoti che racconterò. A questa vita che non ha mai smesso di farmi ridere e piangere insieme, a questo anno che mi ha insegnato che mai si torna indietro, che tutti sono importanti ma noi stessi ancora di più, che tutti sono importanti e nessuno indispensabile, che camminare insieme nella stessa direzione allevia la fatica, ma che alla fine si può anche stringere i denti e camminare in solitudine. A chi ha sempre voglia di emozionarsi, a chi come me crede che ogni cosa, seppur non era come ti aspettavi, può essere sempre gestita e guardata da un’altra prospettiva, perché dobbiamo essere malleabile come il pongo con i quali giocano i miei bimbi, pronti ad essere case, animali, paesaggi, oggetti….un pò di tutto.

 

Mentre ti sorrido io coi miei difetti ho radunato paure e desideri.

Ho sempre odiate quegli uomini zerbini, quelli che sono li e fanno di tutto per farti sentire una principessa, ho sempre odiato quelli che rispondono si “va bene”, quando in realtà non va  bene un cazzo, ho odiato quegli uomini che pur di conquistare una donna devono fare gli splendidi per fare colpo o quelli che non osano contraddirti per paura di litigare. Che le donne amino i classici stronzetti pezzi di merda, questa è la classica storia che ormai sappiamo un pò tutte….è così, nella vita troppe certezze non piacciono e quel camminare a volte sul filo del rasoio affascina sempre. La verità è che forse siamo cresciute con troppi cartoni animati dove il principe alla fine sposava la sua Bella, dove lui arrivava li da lei, dopo aver affrontato mille peripezie, prendendola e portandola con il suo bel cavallo bianco al suo castello. Siamo abituate a vedere le coppie di un tempo dove lui così galante le apre la portiera dell’auto, abituati a vedere le nostre nonne sempre li a fare di tutto e di più per il suo maritino, che tornava a casa stanco da lavoro e voleva trovare pronto.

Oggi molto probabilmente il marito torna a casa e deve cucinarsi perchè lei è in palestra o una cena con le amiche…insomma si può anche scordare la cena calda nel forno. La verità è che oggi è così tanto diverso da ieri, anche il modo di dimostrare l’AMORE, il modo di amare è tutto così fuori dai canoni e a volte per un attimo rimpiango forse quella semplicità, quel vecchio stile…di un tempo.Oggi sembra essere così tutto complicato, quello stronzo che tanto attira per il suo fasciano e per il suo essere tenebroso, con il tempo sembra quasi che conquistare un pò di stabilità diventi impossibile, il corteggiamento poi? Non esiste…Quelle certezze che pensi con il tempo di ottenere in realtà non arrivano, perchè quel camminare sul figlio del rasoio sembra essere eterno. Ognuno sembra guardare solo se stesso, il suo cammino la sua strada, il suo arrivare, io sono io e tu sei tu. E io che forse pensavo che quel tanto uomo duro, prima o poi si sciogliesse tra le mie braccia, rimane li come una pietra, con un cuore di pelo che si dirige con il suo cavallo verso il suo palazzo, ma la la Bella principessa dovrà farsela a piedi senza scuse e senza troppi stupidi romanticismi. Siamo cresciuti in questo modo così antico di vedere l’amore con questi film sempre troppi smielati, con i nostri genitori che pur non mandare tutto a puttane stringevano i denti e incassavano, che si accettavano anche nelle diversità, che costruire era un fare le cose insieme e non ognuno per la sua strada, l’AMORE era esserci in tutto nel cattivo tempo e nel buono, era darsi quella mano e stringerla perchè ho bisogno di a te adesso. E’ vedere insieme se sia arriva alla fine del mese, e mettersi a tavola per vedere insieme cosa fare, è ” ti vengo a prendere, così fai prima ad andare a lavoro”, è capire come risparmiare per prendere in affitto un monolocale. E’ semplicemente vedere in due nella stessa direzione, ma vedere meglio con 4 occhi, che sono meglio di due e qualcosa può sempre sfuggire, è creare insieme un piano e poterlo fare su misura. Essere coppia, chissà dovrebbe essere così, si dovrebbe perdere poco a poco forse quell’egoismo cinico, quella corazza per far spazio a qualcosa di nuova, a qualcosa che può scuoterti e arricchirti allo stesso tempo. Perchè essere in due dovrebbe essere un ampliarsi a mille , poter allargare gli orizzonti e perchè no? anche cambiare…e non avere paura di vedere questo come una minaccia della propria libertà. Essere in due non significa togliersi nessuna libertà, non significa soffocarsi scioccamente, non significa privarsi dei propri piacere, dei propri interessi ma piuttosto è provare a condividerli, significa….offro a te quello che io sono, quello che a me piace…Mi piace l’IDEA di scambio, di qualcosa che magicamente insieme a qualcos’altro prende altre dimensioni, altri colori, altre sfumature. Sono mix di due canzoni insieme che il dj prova a mixare….a volte è una vera cagata… altre volte diventa arte.

Una storia PUò essere, essere single…stando insieme?

L’ordine è necessario per non perdersi, il disordine per ritrovarsi.

E’ quasi un mese che non scrivo nel mio blog, ma ero impegnata a capire la mia vita, a capire esattamente quale direzione debba prendere il mio vagone. Non e’ mai facile fare delle scelte nella propria vita, non sai  mai abbastanza quanto seguire il tuo isinto o quanto seguire la logica. Non sai mai chi delle due possa portarti alla vittoria. Scegliere significa sempre  eliminare qualcosa, trovarsi in quel maledetto bivio. La vita e’ tutta cosi’:  fatta di miliardi di incroci e ci troviamo li, a volte senza nessuna segnaletica, a dover prendere quella o l’altra strada. Quelle scelte da piccoli le facevano i nostri genitori, scegliendo  ciò che poteva  essere meglio per noi. E poi ci si ritova grandi e quelle scelte alla fine, si predono soli, accollandosi tutte le conseguenze del caso.

Mi guarda avanti e vedo tutto così nebuloso, come in  un paesaggio avvolto di nebbia che intravedo qualcosa ma non ho una vista nitida. E’ un po’ così che ci sente forse alla mia età quando ogni scelta fa paura, quando se ti fermi a pensare,non sai bene quale sia la cosa migliore per te, quando sei rincorsa perennemente da un se, da un ma..Quando mille progetti non fanno altro che crearti troppe aspettative e la paura di non arrivare e’ tanta. Quando il tempo scorre e non te ne accorgi, quando i tuoi amici già si sposano e qualcuno ha giá avuto un bambino. Quando fino a qualche anno fa quel tuo famoso amico era il ” re delle serate” e ora è il re “della ninna ninna” per suo figlio e compione dei film sel sabato sera con la sua compagna.  E’ come addormentarsi nel bel mezzo del film e non capire come sia possibile che il protaginista sia stato capace di salvarsi e tenti di ricostruire la parte mancante del film. 

E’ sempre la solita storia si è sempre bravissimi a saper congliare agli altri, ma cosa fare per se stessi si è sempre una frana totale. Mi spaventa dover pensare che  una  scelta possa includere un non ritorno, o meglio,putroppo non sempre, come in gioco, hai un numero di tentativi per arrivare a vincere, non hai un tot. di vite da giocarti, non cadi nel burrone e il turno successivo sei di nuovo li a riprovare. Ci stanno facendo credere che forse tutto è possibile, ma a volte no.A volte se cadi nel burrone non ti rialzi, non c’è la possibilità di ricominciare e poter ritornare al punto di partenza e riscegliere. Ogni decisone oggi cambia la vita ,inevitabilmente e per questo si ha paura. Si ha paura di lasciare ciò che si ha dietro per qualcosa che non sempre, possa davvero essere la nostra felicità. Ogni passo in avanti comporta un rischio che bisogna essere in grado di valutare e affrontare.

 

Penso nel lavoro o ad una vita affettiva. Penso a quante scelte giuste bisogna fare per arrivare a sentirti davvero appagati? O forse a quante scelte sbagliate? A quanti dubbi per arrivare a dire”si è lui la persona della mia vita?”A quali decisioni siamo davvero pronti a fare per la nostra metá? A cosa rinunciare pur di….

Sono quelle : le rinunce, le scelte non fatte, quelle che perdi per strada, quelle che perdi per amore, quelle che non fai perchè non sai rischiare, quelle che pensi siano troppi folli, quelle che pensi siano solo dei sogni e non valgono la pena, sono quelle rinunce fatte per rabbia. per circostanza, per forza di cose, per amore di un figlio….Dietro a tutte quelle rinunce cosa si nasconde??? Ve lo siete mai chiesto?….forse tuta la vostra rovina o magari tutta una vita completamente diversa da quella che si ha, magari quello che avreste voluto fare, o chissà forse la vostra salvezza. Alla fine di tutto, dove fa a finire tutto quello che non si fa, dove? Rimane forse li? A fare capolino nella nostra vita? Riaffiora o tentiamo di soffocarlo inconsapevolmente?…..Magari quelle rinunc rimangono chiuse nei cassetti, immobili, impolverati….insieme ai sogni…che, chissá, forse.. vanno a braccetto.

 

Fatti avanti amore.

 

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A volte confondiamo l’amore con un miliardo di altre sensazioni simili ma che non sono amore, magari si avvicinino, ci sembrano e ci confondono con il loro odore ma è tutt’altro. E’ difficile capire cosa significhi davvero amare, forse per alcuni sembra così facile…trovarsi bene con qualcuno, avere tutto in comune, essere fantastici insieme.         Io sono sempre stata un carattere piuttosto complicato e quelli che erano troppo simili a me ,onestamente, li ho sempre trovati particolarmente noiosi, credo che il darsi l’uno con l’altro sia anche donarsi qualcosa di totalmente diverso. Mi piace pensare che qualcuno possa farmi vedere qualcosa con occhi nuovi, che possa mostrarmi qualcosa che fino a quel momento potevo solo vedere dal mio orizzonte. Mi piace potermi confrontare con una persona e capire le sue diversità.    Non so se amore possa significare andare allo stesso passo, tenersi per mano, vedere la stessa meta o al contrario, trovarsi in parti opposte pur desiderandosi e cercarsi circondati da   paesaggi e vedute completamente diversi l’uno dall’altro. Non so se amore e amare possa voler dire so tutto di lui, svegliarsi la mattina, darsi il bacio del buongiorno, respirarsi in  ogni istante, vivere in simbiosi, rinunciare alla partita di calcetto per andare al cinema con lei o non andare perché la partita con gli amici è.. la partita con gli amici.

Amare equivale  forse con il tempo ad abitudine? a routine?  A far si che la mia vita sia la tua, che i miei amici siano i nostri, che io e tu siamo ormai la stessa cosa?  Non so se sia questo, ma è quello che alla fine mi ha sempre portato a chiudere ogni rapporto. Se l’AMORE è davvero questo magari non è l’amore fatto per me. Ho capito cosa significasse davvero amare quanto meno ci credevo, quando non hai nessuna intenzione di innamorarti e poi lentamente succede perchè è così che deve essere. Poco a poco , passo dopo passo, quando quella conoscenza ormai inizia a diventare qualcosa di prezioso, quando cominci a conoscere anche le cosa più insignificanti, quando quei difetti in realtà non diventano dei pregi ma diventano il suo modo di fare al quale ti abitui e che poi non riesci a fare a meno. Quando ti innamori da grande è un altro tipo di amore quello che ti invade, non è l’amore adolescenziale e immaturo che ha voglia solo di sentirsi al centro dell’attenzione, è un amore diverso, più consapevole, più filosofico, fatto di progetti, di sfumature, di piccole cose ma in realtà sei tu ad attribuirgli dei significati più profondi, è fatto di conoscenze, di scoperte, di mettersi insieme, di mescolarsi, di far emergere il verde unendo insieme il blu e il giallo , di valorizzare alcuni fattori x e y e provare a calcolare qualcosa legandoli.

Ho iniziato a capire di amare quando quel guardarsi dritti negli occhi avesse mille più significati di tante parole, quando  quell’abbraccio nascondeva un ti amo, quando cucinare insieme diventava un gioco di complicità  e tirarsi la farina fino alle lacrime  sembrava essere una scena di un film romanticissimo, quando addormentarsi sul divano insieme sembrasse la normalità quotidiana di una coppia che si vede già li, ancora dopo anni avvolti in quella coperta e in quel calore, quando insaponarsi  i capelli e le spalle diventa un conoscersi in tutto e per tutto, quando mangiare fuori insieme è sapere già che cosa mangiare e dove, è svegliarsi con l’aroma del caffè e qualche bacio morbido, è continuare a dirsi sei bellissima/o pur conoscendosi a memoria ma rimanere affascinato ogni volta come la prima, è litigare per la spesa, è quel “vorrei che facessi mille cose in più ma non le fai”, è quando avresti dovuto fermarmi e non l’hai fatto,  è il quando  si  arriva alle mani per  gelosia,  è quel vaffanculo urlato al telefono, è quando  si fanno promesse e quella tremenda paura che non si realizzino.

L’amore per me è stato come se le vita mi avesse dato delle buone carte da giocare ma, alla fine, come nelle migliori partite, non sai giocarle bene, un pò perchè non sei un esperto, un pò perché hai la sfiga addosso, un pò perchè non sai barare…tenti e sbagli e poi conseguentemente è più dura poter  vincere.

 

 

oNe way …Si sogna la Spagna sopratutto oggi.

lutto_erasmus_spagna

 

Non avrei potuto non scrivere questa notte, in questa notte con  gli occhi lucidi , con le lacrime che escono per quei sogni infranti, per quell’età così giovane strappata da una tragica fatalità. Proprio nel mio ultimo post mi trovavo a parlare di quanto non fosse concepibile essere strappati dalla vita così,  ancora sognanti di progetti da realizzare. Quelle ragazze, avevano i loro sogni, probabilmente come me hanno anche lottato per voler raggiungere il loro desiderio. Ognuna di loro avrò avuto le sue motivazioni per inseguire la sua meta. Mi piace sapere come dietro a quelle foto, a quegli occhi, c’era una vita, la loro vita  ricca di speranze, di un  futuro, di quella  voglia,uguale alla mia , nel voler vivere a mille, di voler raccontare, di voler viaggiare, di voler scoprire, di tornare diverse, cambiate.  Nove volte su dieci  dietro ad ogni adulto che vive all’estero c’è  un ragazzo totalmente cambiato da un erasmus perchè quel viaggio cambia davvero la vita.

E’ veramente agghiacciante pensare di potersene andare via così banalmente, scioccamente  colpevoli solo di voler conoscere qualcosa di nuovo, colpevoli di essere assetati da  curiosità,  da intraprendenza, da coraggio,  da tutto ciò che a 20 anni ti spinge a tentare verso  quel qualcosa di sconosciuto.  

Non posso non rivolgere un pensiero e non essere vicina a quel dolore straziante delle loro famiglie dove quell’ultimo saluto magari risalente a svariati mesi fa, sarebbe dovuto essere un saluto  per partire per una bella esperienza di vita erasmus,non un saluto d’addio. Queste ragazze stavano costruendo un mattone per il loro futuro, stavano investendo il loro studio, le loro energie, le loro risorse, per il loro domani…per poter scrivere il quel benedetto curriculum questo step di vita sperando che fosse valso a qualcosa, ma male che vada se non fosse servito lavorativamente parlando, sarebbe servito a loro stesse , alla loro crescita.

E’ da li, da quel viaggio ,che mi sono chiesta cosa davvero volessi fare, è da li che la testardaggine è venuta fuori, i progetti hanno presa forma, è da li che ho iniziato a capire cosa significasse Sacrificio, cosa significasse non avere mamma o papà accanto, ho capito cosa volesse dire rimboccarsi le maniche perchè non conosci nessuno, che cosa significasse andare in un ospedale e non essere spagnolo. Capì che cosa volesse significare la vita da sola….senza qualcuno che fosse li a dirmi cosa fare e cosa no. 

Non rigrazierò mai abbastanza per aver avuto questa oppurtunità perchè se oggi sono così e se oggi ho deciso di puntare su di me e su quello che voglio e sui miei sogni è perchè ho avuto la possibilità di capirlo grazie a  quel trampolino di lancio.

Ho sognato così tanto la Spagna che la sento ormai mia, la sento la mia seconda casa, che parlare spagnolo mi fa ancora strano perchè se non mi fosse successo non ci avrei mai creduto, che andare in giro e capire ormai la gente mi fa sentire parte di qualcosa di più grande  di me, ma sopratutto che lavorare qua è davvero quello che mai avrei potuto credere o immaginare in vita mia.

 La Spagna  care ragazze, sarebbe dovuta essere la  vostra meta dei sogni, la meta che avreste avuto impresso come un marchio , dove sareste tornate ancora e ancora e ancora perchè anche per voi sarebbe diventata quella mamma che culla un figlio tra le braccia. Questa notte questa amata mamma vi abbraccia strette più che mai, perchè proprio qui, dove tanto volevate vivere, proprio qui avete perso la vostra meravigliosa e preziosa vita. Quella mamma oltre che piangere continuerà a stringervi per sempre, perchè ha perso delle stelle preziose, delle stelle che amavano una terra non loro, ma proprio in questa terra stavano investendo qualcosa sula scia della lora vita.

 

 

A te…

nuvole

 

Nella vita rischiamo di sentirci onnipotenti, sopratutto a 26 anni. Divoriamo la vita in tutti i modi possibili.  Se dovessi pensare alla mia vita, la vedo ancora infinita, è un pò come mirare l’orizzonte, non  riesci a vedere la fine.   La morte è qualcosa che non penso , non perchè mi faccia paura affrontarla ma perchè  semplicemente credo che non mi tocchi.   Non so se sia egoismo o più spontaneamente sia il corso  naturale della vita a farci sentire così, così ingenui, probabilmente.   Ho pensato che nessuno possa morire così giovane, fin quando non scopri che, proprio tutto ciò che pensi non possa accadere, possa arrivarti come un frisbee inaspettato in piena faccia.    Mi sono spesso e volentieri sentita forte di fronte alle avversità, credevo di saper essere sempre una buona spalla semmai ce ne fosse bisogno, fino a quel dannato momento, quando ho capito che di fronte ad una malattia la mia spalla non potesse essere abbastanza.           Mi sono sentita inadeguata, perchè in alcune circostanze è così che ci si sente quasi fuori luogo e inappropriati. Come se si rimanesse bloccati, senza saliva, senza fiato, senza forza, inermi e piccoli.   Mi sentì così quando venni a sapere. Che cosa dire,  io e te così diversi ,seppur simili per la stessa età e la stessa voglia di vivere?!    Quel pomeriggio camminando insieme continuavo a vedere il tuo sorriso baciato dal sole e davanti a noi i nostri prati, la nostra terra, la tua infanzia. Mi stringevi come se io avessi bisogno di un abbraccio, quando invece eri tu ad aver bisogno di me. Ero impietrita e pensavo a cosa poter dire, a cosa poter chiedere, a fare attenzione a come parlare, se usare le parola tumore o chemio potessero ferirti.   In realtà leggevo il tuo essere quello di sempre, quella faccia  e quell’espressione non erano mutati seppur ti vedevo li di fronte a me senza capelli, la tua voglia di scherzare intervallata da quel racconto così vero, così intenso e per te così tanto normale, come se mi stessi raccontando qualcosa della tua routine ormai, che era parte di te.   Parlasti solo tu perchè io non  riuscì ad avere nessuna forza di essere li con te, emotivamente.                Io che pensavo potessi stringerti e dirti che da li a poco sarebbe tutto finito, non ebbi la forza di dire nulla, solo rimanere in silenzio. Non fui capace tesoro, neanche un attimo di avere più forza di quella che mi stavi dimostrando tu.   Tu eri il guerriero che stava lottando.

 Non mi perdonerò mai quel momento, quelle parole non dette, quel silenzio così pesante, quel ti voglio bene rimasto strozzato in gola… Mi chiedo ancora adesso che cosa avrei voluto dirti e tutto quello che non ho detto ho cercato di urlartelo  in quel maledetto giorno in cui abbiamo dovuto salutarti per sempre. Fu quando tutto sembrava andare meglio, che ci fu il declino, il tumore  non ti ha dato scampo, togliendoti tutti i sogni che un giovane avesse nel suo cuore.  Mi avevi promesso che saresti venuto a trovarmi in Spagna ed è li, che in qualche modo ti ho voluto portare, con il tuo portachiavi  sempre con me, così che potessi in qualche modo essere li.     Quel giorno, dove una folla di persona e ragazzi si stringevano a te per dari il loro addio ..è sembrata davvero una festa con tutti quei palloncini che volavano liberi nel cielo.   So solo che la rabbia, quella rabbia di non averti potuto dire troppo cose, quella rimarrà sempre.   Spero solo che tu ti sia portato con te la nostra ultima serata, belli come sempre…giovani, con la voglia di vivere a mille come dovrebbe essere. In tutto quello che faccio ricordati, che sei affianco a me, per la vita crudele che non ti ha permesso di farlo e continuo a vederti  in mezzo a tutte quelle nuvole. Perchè nessuno se ne va  mai veramente, continui a vivere in noi, sempre tra le nostre parole, tra i nostri ricordi…tra quei posti dove ci sei anche tu.

A te F.

your cousin